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Grazie al corso di Architettura dei Giardini, Nikolay Nikolaev realizza il suo sogno di giocare come professionista in serie A, passando dai prati verdi del calcio alla progettazione e realizzazione di piccoli e grandi paradisi verdi. Fin da piccolo Nikolay coltiva con tenacia le sue passioni. Così è per quella per il calcio, tanto che a 17 anni viene convocato in serie A ed è considerato una delle giovani promesse della nazionale bulgara. Passione costretto ad abbandonare a causa di una contusione. E da lì ha inizio un nuovo viaggio che dalla Bulgaria lo porta in Italia. Attraversate le Alpi, rimane affascinato dai meravigliosi giardini italiani, dalle ville storiche e i maestosi parchi. Così, un po’ per scherzo un po’ per necessità, comincia a lavorare come giardiniere, frequentando diversi  corsi  di giardinaggio. Giorno dopo giorno quella per il verde si trasforma in una vera passione tanto da portare Nikolay a fondare una sua società, la “Nikolaev Garden”. Nikolay matura però la consapevolezza che per raggiungere traguardi importanti, nel verde come nello sport, deve approfondire le sue conoscenze. Su suggerimento di un amico architetto approda al Quasar, frequentando prima il corso di Gardening Metropolitano e subito dopo il corso di Architettura dei Giardini.

“La conoscenza della botanica e gli strumenti appresi al Quasar mi guidano nella progettazione degli spazi a verde, pubblici e privati. Progettare per me vuol dire trovare soluzioni, saper creare spazi attraenti e allo stesso tempo funzionali per le esigenze di chi li vive”, racconta Nikolay.

Insieme ai colleghi di corso Matteo Schillaci e Maria Gatti, Nikolay partecipa al concorso internazionale di Architettura del Paesaggio, Flormart Garden Show a Padova, dove si classificano al quarto posto con il giardino verticale Frammenti. Oggi con la sua azienda segue progetti complessi  per committenti prestigiosi quali: Ambasciata della Repubblica di Bulgaria, BARD, Semikron, MetLife, Istituto Bulgaro di Cultura, Imperial Tobacco.

“Il segreto per me è affrontare il mio lavoro con lo stesso entusiasmo di quando giocavo in serie A. Penso ad ogni lavoro come se fosse unico. Ogni volta è una nuova emozione da cui nascono piccoli e grandi paradisi”.