Ospite dell’evento promosso dalla Prof.ssa Cecilia Anselmi sarà Philippe Rahm, architetto svizzero e direttore dello studio “Philippe Rahm architectes” con sede a Parigi.
La lecture dal titolo Stile antropocene: progetti recenti di Philippe Rahm architectes tratterà i temi legati all’architettura metereologica e al rapporto tra forme architettoniche, materiali ed elementi dell’ambiente.
L’arte decorativa è stata per anni un’arte importante, la missione primaria dell’architettura per Gottfried Semper.All’inizio del XX secolo, drappi, tende, veli, tappezzerie, parquet, tappeti, carte da parati, paraventi, lampadari e specchi, considerati essenziali fino a quel momento, diventano elementi superflui o eccessivi. Si va così verso un arredamento minimale, neutro e bianco, ridotto alla semplice espressione della sua costruzione e della sua attrezzatura tecnica. Il termine stesso “decorazione” ha assunto una connotazione leggera e superficiale, se non addirittura peggiorativa, frivola, gratuita e futile.
I moderni sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, che hanno permesso la comparsa e la sopravvivenza dello stile moderno durante il XX secolo, ora non sono più adatti perché consumano molta energia proveniente essenzialmente da energie fossili come il gas o l’olio combustibile, che rilasciano CO2 nell’atmosfera, generando un effetto serra che contribuisce al riscaldamento globale. Per lottare contro il riscaldamento globale oggi, dobbiamo attuare misure che limitino le perdite involontarie di energia. Per fare questo, tutti gli edifici devono essere isolati termicamente e resi ermetici.
In questo compito ci viene in aiuto l’interior design che attraverso la reintroduzione di nuovi elementi di decorazione può aiutare la lotta contro il riscaldamento globale e le nuove norme termiche.Si genera quindi una sorta di revival di un linguaggio decorativo degli interni, attraverso l’installazione di lana isolante sulle pareti come un revival di arazzi, l’isolamento dei pavimenti come un revival dell’arte dei tappeti saraceni, la ridefinizione della ventilazione come un miglioramento dell’arte del camino, o l’installazione di pellicole ermetiche sulle pareti come un nuovo tipo di schermi o tende.I tanti nuovi elementi superficiali e decorativi, tornati necessari, ricordano i vecchi elementi decorativi che potevano essere i tappeti, gli arazzi o le tende.Cambiano quindi le mode e le esigenze e il minimalismo moderno di oggi, basato sul basso isolamento termico delle pareti sottili e sulle ampie aperture con finestre a vetro singolo, non può risolvere il problema.
Torna quindi essenziale la collaborazione tra architettura e design d’interni. Oggi assistiamo infatti a questa riconciliazione inaspettata attraverso i nuovi vincoli energetici e climatici portati dall’applicazione di misure di riduzione energetica come Minergie, Passivhaus o il prossimo RE2020. Stiamo assistendo a un ritorno all’arte dell’interior design così come ai fondamenti semi-perenni dell’architettura, quella di combattere contro il freddo, il sole, il vento, l’umidità.
Philippe Rahm è un architetto svizzero, direttore dello studio “Philippe Rahm architectes”, con sede a Parigi, Francia.Il suo lavoro, che si estende dal campo dell’architettura dal fisiologico al meteorologico, ha avuta risonanza internazionale nel contesto della sostenibilità. Tra i suoi lavori recenti figura il primo premio al concorso Farini (44 ettari) a Milano nel 2019, il 70 ettari Central Park a Taichung, Taiwan, completato nel dicembre 2020, l’Agorà della Radio nazionale francese a Parigi, 2700 m2 Architettura espositiva per la Fondazione Luma ad Arles, Francia.Ha ricoperto cattedre presso la GSD Harvard University, Università della Columbia, Cornell o Princeton. È professore associato di ruolo presso la National Superior School of Architecture a Versailles, Francia (ENSA-V). Il suo lavoro è stato esposto nel 2017 alle Biennali di architettura di Chicago e Seoul.